UN FOTOGRAFO DI MATRIMONIO CON LA LEICA M AL COLLO
- At Maggio 03, 2016
- By Alessandro Chiarini
- In Review
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Vi voglio raccontare una storia, c’ era un tempo in cui le fotocamere erano grosse e lente, montavano pellicole a scatto singolo, o pellicole avvolte in grandi rulli di legno difficili da caricare e con un limitato numero di scatti. Poi venne la Leitz che nel 1913 con il suo progettista Oskar Barnack creò un prototipo di fotocamera che usava pellicola cinematografica 35mm montata orizzontalmente invece che verticalmente, per sfruttare al massimo la sua superficie, nacque così il formato 24x36mm.
Molti anni più tardi, in una mattina di Aprile del 1924 dopo una lunga riunione del consiglio di amministrazione dove si decideva la sorte della Leitz stessa, Ernst Leitz in persona disse: “Ho deciso correremo il rischio!” così la Leitz entrò ufficialmente nel settore della fotografia grazie a quella piccola macchina fotografica innovativa.
L’ anno successivo alla Fiera internazionale di Lipsia la prima vera Leica (Leitz-Camera) entrò ufficialmente in commercio.
Questa in 2 parole la storia della più famosa marca di fotocamere del mondo.
Ma veniamo ai giorni nostri e all’ era digitale. La prima fotocamera full frame Leica è la M9 che ho avuto per alcuni mesi, una macchina molto particolare con il suo sensore CCD dalla resa fotografica quasi analogica e con i suoi pro e i suoi contro ormai noti agli appassionati del bollino rosso. Ma parliamo ora della sua erede, la mia fotocamera preferita di sempre, la Leica M 240.
Un blocco di metallo e vetro in un una scultura dal sapore vintage, costruita per lavorare nelle condizioni climatiche più avverse. Sensore CMOS da 24 milioni di pixel, sensibilità da 200 a 6400 ISO, tempi da 1/8 a 1/4000 esposizione Automatica a priorità dei diaframmi e manuale, messa a fuoco rigorosamente manuale, queste le caratteristiche fondamentali, per ulteriori dettagli tecnici andate direttamente sul sito Leica.
Ma cosa contraddistingue maggiormente una Leica M rispetto a una tradizionale reflex?
Per Prima cosa il mirino, ampio e luminoso, una vera finestra aperta sul mondo circostante, delle cornici luminose (con colore selezionabile tra bianco e rosso) mostrano la reale lunghezza focale dell’ obiettivo montato sul corpo macchina. Una delle cose che mi piace di più è che inquadrando con l’ occhio destro (il modo corretto di utilizzare una Leica M) e tenendo il sinistro aperto si riesce ad entrare completamente nella scena. In particolare usando il 50mm intorno alla cornice luminosa che delimita il campo inquadrato si riesce ad osservare molto di quello che capita al di fuori all’ inquadratura, questo porta a ragionare in modo diverso, a essere più connessi con il soggetto, lo scatto è istantaneo il mirino non si oscura al momento dello chiusura dell’ otturatore, niente viene perso, sei solo tu immerso nella scena che selezioni un frame della vita.
La seconda cosa che contraddistingue una Leica M è il Telemetro, al centro del mirino un rettangolo dove l’ immagine si sdoppia e si collima al gesto veloce della mano sinistra, niente led, suoni e pulsanti da pigiare, niente manuali da studiare, non esiste sistema manuale più veloce di messa a fuoco.
Una Leica M è pura fotografia alla vecchia maniera, un mirino luminoso, ghiera di messa a fuoco, dei tempi e diaframmi dove devono essere sempre stati, c’ è anche dell’ elettronica ma poco invasiva, tutto è molto semplice e funzionale, gli amanti dei gadget elettronici e delle macchine che fanno tutto da sole, rimarranno delusi.
Fotografare un matrimonio con una Leica M… Perché no?!!
A WEDDING PHOTOGRAPHER WITH THE LEICA M ON HIS NECK
I want to tell a story, there was a time when cameras were big and slow, the cameras were loaded with a single shoot film or with film wrapped around a wood spool difficult to load and with a limited number of shots.
Then in 1913 come the Leica with its designer Oskar Barnack who created a prototype of camera that used 35mm motion picture film mounted horizontally instead of vertically, to maximize its surface, thus it was born the 24x36mm format.
Many years later, in a morning of April of 1924 after a long meeting of the board of directors where it was decided the fate of the same Leitz, Ernst Leitz himself said: “I decided to take the risk!” so Leitz officially entered in the photography industry thanks to that small innovative camera.
The following year at the Leipzig International Fair the first true Leica (Leitz Camera) officially entered in the market.
This in two words the story of the most famous brand of the world’ s cameras.
Then we arrived at the present days and in the digital age. The first full frame camera is the Leica M9 I’ ve had for a few months, a very special kind of camera with its CCD sensor with his almost analogue photographic performance and its pros and cons well known to fans of the red dot.
But now we speak of his successor, my favorite camera of all the time, the Leica M 240.
A block of metal and glass in a vintage sculpture, built to work under the most adverse weather conditions.
CMOS sensor with 24 million pixels, sensitivity from 200 to 6400 ISO, speeds from 1/8 to 1/4000 auto exposure with aperture-priority and manual, focus obviously manual only. These are the fundamental characteristics, for further technical details go directly on Leica site.
But what most distinguishes a Leica M compared to a traditional SLR?
First thing is the viewfinder, large and bright, a real window on the world surrounding, with bright frames (with selectable color between white and red) that show the actual focal length of the lens attached to the camera body.
One of the things I like most is that when you frame with the right eye (the proper way to use a Leica M) and you hold open the left eye, you can see the complete scene. Particularly using the 50mm around the bright frame you can observe a lot of what happens around, this forces you to think differently, to be more connected with the subject, shooting is instantaneous, the viewfinder does not dim at the time of closing of shutter, nothing is lost, are only you immersed in the scene while you select a frame of life.
The second thing that characterizes a Leica M is the rangefinder, at the center of the viewfinder there is a rectangle and when two superimposed images line up, you’ re in focus, nothing led, sounds and buttons to push, no manual to study, there is no faster manual focus system.
A Leica M is pure photography in the old way, a bright viewfinder, a ring for the focus, the shutter speed and the aperture, there is also electronics but unobtrusive, everything is very simple and functional, lovers of electronic gadgets and cameras that do everything by itself, will be disappointed.
Taking pictures of wedding with a Leica M… Why not? !!
Vintage Wedding in Tuscany pubblicato su: WEDDING WONDERLAND!!!
- At Ottobre 24, 2013
- By Alessandro Chiarini
- In Review, Wedding
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Il mio Matrimonio Vintage pubblicato su prestigioso Blog di Matrimoni Alternativi WEDDING WONDERLAND Matrimoni e altre meraviglie.
REVIEW: Canon EF 85mm 1.2 II nella fotografia di matrimonio
- At Aprile 03, 2013
- By Alessandro Chiarini
- In Review, Wedding
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Il sogno di ogni canonista, un chilo di vetro ( 1025g) dalla lente frontale impressionante, capace di fotografare con un filo di luce e di produrre immagini da sogno, questo è il Canon EF 85 1.2 II L, il medio tele (attualmente in commercio) più luminoso al mondo.
Costruito con cura, come ogni serie L, ha una lente frontale di 72mm, un diaframma a 8 lamelle che apre da 1.2 fino a 16, una distanza minima di messa a fuoco di 95cm. Dotato di motore ultrasonico in modalità AF, e di messa a fuoco in manuale servoassistita, In AF non è proprio un fulmine, anzi è piuttosto lento ma estremamente preciso, comunque riesce a tenere a fuoco una persona che cammina o anche corre a f2, io lo uso spesso nei matrimoni con i miei sposi per foto reportagistiche di questo tipo (molti esempi del genere sul mio sito).
La nitidezza anche alla massima apertura è già buona anche a brevi distanze, certo richiede ottima tecnica di scatto trattenere il respiro mentre si scatta a 1.2 è d’ obbligo… Chiudendo il diaframma la nitidezza aumenta ulteriormente fino a livelli incredibili, l’ obiettivo è un vero mostro di nitidezza spesso è anche troppa per ritratti in luce non ottimale.
L’ obiettivo è dotato di 8 lenti divise in 7 gruppi, con una lente sferica e 2 ad alta rifrazione, è dotato anche di un sistema di elementi flottanti per migliorare le prestazioni a distanza ravvicinata.
La distorsione è inesistente, cosa normale per questo tipo di schemi ottici, la vignettatura è visibile a tutta apertura, ma sparisce completamente già a 2.8, l’ aberrazione cromatica è visibile a 1.2 ma diminuisce subito chiudendo il diaframma fino a scomparire del tutto.
Per ulteriori dati tecnici e review più dettagliate vi rimando a questi siti:
http://www.usa.canon.com/cusa/consumer/products/cameras/ef_lens_lineup/ef_85mm_f_1_2l_ii_usm
http://www.photozone.de/Reviews/163-canon-ef-85mm-f12-usm-l-test-report–review
http://www.the-digital-picture.com/Reviews/Canon-EF-85mm-f-1.2-L-II-USM-Lens-Review.aspx
Parliamo ora del reale utilizzo sul campo di questo gioiello dalla linea rossa.
Nella fotografia di matrimonio l’ ottantacinque uno punto due è un must, una lente che non deve mancare nel corredo di un fotografo che ama il suo lavoro, nella mia borsa non manca mai, lo uso estensivamente in ogni matrimonio, inizialmente quando l’ ho comprato ho avuto bisogno di un periodo di apprendimento, un obiettivo di questo tipo lo richiede, quando si scatta a tutta apertura a brevi distanze la profondità di campo è inesistente, il motore AF non è veloce come negli altri obiettivi serie L, il peso non è indifferente, la lente frontale è molto esposta agli urti (il paraluce è d’ obbligo), nel controluce l’ obiettivo perde molto contrasto, non è quindi adatto a quando si cerca lo scatto con il lens flare creativo, per questo meglio il classico 50 1.2 del quale parlerò prossimamente.
Ma la caratteristica che più contraddistingue questo mediotele superluminoso è la capacità di produrre immagini con ridottissima profondità di campo. Scambi degli anelli con solo gli anelli a fuoco, bouquet che vengono fuori dal nulla, coppie di sposi isolati da contesti sempre presenti ma lasciati in secondo piano come in un sogno.Tutto questo è merito di un Bokeh incredibile che l’ obiettivo riesce a creare, ovvero la qualità della sua sfocatura, caratteristica questa che solo lenti fisse e luminose riescono a esaltare, quindi niente zoom, niente photoshop, solo vetro di quello buono e luce che lo attraversa.
Alessandro Chiarini
Canon EF 85mm 1.2 L fotografato con Canon 5D MKIII e Canon EF 50mm 1.2